CASAL
THAULERO DA FERRARA
In un periodo dell’anno in
cui il mondo del vino lavora sodo in vigna e in cantina, capita che parte delle
energie debbano essere rivolte anche al mercato, all'immagine e a chi poi il
vino lo comprerà. Ecco quindi che raccogliamo con vero piacere l’invito di Gianfranco Guidi dell’azienda che
rappresenta, la Casal Thaulero, nonchè il suo direttore Filippo D'Alleva per
una degustazione sotto le volte a mattoni della cantina del Ristorante Ferrara di Bucchianico.
L’azienda vinicola di
Caldari di Ortona, come ci illustra Gianfranco, esporta gran parte della
produzione in Nord Europa e negli Stati Uniti soprattutto, e ciò spiega la
presenza stasera di stranieri attorno allo straordinario buffet che il brioso
Claudio D’Alfonso propone nella cantina del ristorante di famiglia.
Mentre si parla amabilmente
di gusti personali o di aspetti tecnici con la giornalista Jenny Viant Gomez e
Francesco Properzi Curti (AIS), non possiamo non notare lo stupore prima e la
totale soddisfazione poi, dei giovani giornalisti americani alle prese con le
mille leccornie dell’”arsenale” gastronomico abruzzese con le quali vengono
bombardati con grazia e savoir faire.
Grande è il lavoro durante tutta la
serata anche per la collaboratrice di Guido che, alla guida della comitiva, presentando i vini
di Casal Thaulero si trova alle prese col dover tradurre ingredienti,
procedimenti e nomi di pietanze tipiche: la magia delle polpette “cace e ove”
perde ovviamente qualcosa nella traduzione ma recupera di certo sul palato.
Ora una veloce nota sui
vini, in base alle sensazioni condivise, ci porta a dire che lo stile aziendale
rispecchia profondamente il gusto del mercato estero senza però perdere
d’occhio le peculiarità dei vini del nostro territorio.
Su tutti i vini degustati
spicca il Pecorino Terre di Chieti IGP
Bio Vegan “Scarpetta di Venere” per il suo naso esile ma elegante e fine,
con note fresche di pesca e melone; invitante alla beva, mantiene la sua
delicatezza anche in bocca su un finale succoso.
Discorso a parte per i rossi
che, dotati di complessità buona all'olfatto, si rivelano poco incisivi sui
tannini, sicuramente per rispondere alle richieste di quel mercato al quale ci
si riferiva poc'anzi.
Nell'ordine abbiamo
apprezzato la vinosità schietta del giovane Montepulciano
d’Abruzzo DOP Bio Vegan “Scarpetta di Venere”, il frutto avvolgente misto
ai terziari di cuoio e tabacco del Montepulciano
d’Abruzzo Riserva DOP “Duca Thaulero” e infine la morbidezza del Montepulciano d’Abruzzo DOP “Thalè”,
fitto di spezie dolci e leggere note balsamiche.
La rinomata ospitalità del
Ristorante Ferrara ci offre anche la possibilità di proseguire il percorso
gustativo al piano superiore, dove ci vengono servite succulenti tagliate per
riassaggiare i rossi comodamente seduti.
La convivialità potrebbe
andare avanti ancora per ore, ma il pullman attende i giovani statunitensi per
riportarli a valle e proseguire poi il tour all'indomani nelle vigne dell’azienda.
Pierluigi Aielli
(Addetto Stampa CdG)
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